Mio suocero ha 89 anni. Settimana scorsa gli ho proposto di leggere un fumetto - graphic novel su Van Gogh (si chiama “Vincent”). Ne è stato entusiasta, lo ha letto di un fiato e mi ha detto: “Non pensavo che un fumetto potesse essere così bello e artistico, io non li leggevo da quando ero ragazzo ed ero abituato a considerarli solo cose divertenti”.
Il giovane HR che ho di fronte il giorno dopo ha 29 anni, lavora per un'Azienda di beni di largo consumo da circa un anno e mezzo. Stiamo discutendo di come posso progettare e gestire un corso efficace per il loro Customer Care: l’obiettivo è quello di rendere i loro dipendenti più efficaci nel rispondere alle richieste dei clienti.
Gli chiedo di poter trascorrere una giornata nell’ufficio di Customer Care, per rendermi meglio conto di quello che succede e personalizzare il corso. Mi guarda un po’ sconcertato e dopo qualche secondo dice: “Non so, qui non si è mai fatta una cosa del genere”.
E allora penso:
- La flessibilità mentale non è correlata con l’età. Ma questo lo sapevo anche prima.
- So perché mio suocero è rimasto flessibile, conosco la sua storia e le sue abitudini attuali. Ma questo probabilmente non vi interessa.
- Quello che fatico a spiegarmi è cosa non rende flessibile un ragazzo di questa età: quanto è legato a lui come persona, quanto all’educazione famigliare e universitaria che ha ricevuto, quanto al contesto aziendale, che magari lo ha rapidamente “invecchiato”.
Nell’attesa di trovare una risposta, ecco alcuni spunti “a caldo”:
- forse la velocità con cui tutti stiamo lavorando (nel capire, nel chiedere soluzioni, nel progettare azioni…) è nemica della flessibilità: cercare alternative allunga i tempi;
- forse la flessibilità che compare come requisito in tutte le ricerche di selezione, e che influenza la scelta dei giovani da assumere, è una flessibilità passiva (accetta di cambiare quando te lo dico) che attiva (proponi di cambiare le cose);
- forse sbaglio io a proporre flessibilità in situazioni governate da una cultura di processo e di efficienza, che hanno comunque una loro ragion d’essere.
Bah, magari è tutto più semplice: forse potrei chiederlo a mio suocero…