Come spiega molto bene Andrea Solimene https://www.linkedin.com/in/andreasolimene/?locale=it_IT, Smart Working e Remote Working sono due cose diverse.
In estrema sintesi: il lavoro Smart è “intelligente”, cioè opera scegliendo ciò che è più funzionale sia agli obiettivi da raggiungere, sia a un efficace e sereno rapporto tra le persone (capi, collaboratori, clienti, fornitori…).
Tra le varie scelte “intelligenti” che i lavoratori Smart operano (sempre che l’Azienda abbia sposato questa filosofia) è inclusa quella di lavorare in presenza o in remoto, secondo le circostanze: può darsi che uno specifico progetto o attività richieda allo Smart worker di lavorare in un ufficio per un mese intero, per confrontarsi spesso con gli altri colleghi, mentre nelle due settimane successive lo stesso progetto potrebbe generare un’attività di elaborazione individuale, che gli consente di rimanere a casa.
Nelle circostanze attuali, molte Aziende e persone che non lo avevano mai sperimentato stanno scoprendo le virtù del Remote working. L’elenco di queste virtù è lungo e conferma quanto da alcuni anni si era accertato: minori costi, minore stress, maggiore produttività, minore impatto sull’ambiente, migliore equilibrio vita-lavoro, meeting più brevi ed efficaci. Il lockdown è un’opportunità per scoprire i vantaggi del lavoro da casa!
Va bene, ma è anche un’opportunità per esplorarne i limiti e per guardare al Remote working in modo Smart, senza né ostilità né entusiasmi pregiudiziali.
Ecco i limiti che mi sento di segnalare:
- Meno cooperazione e lavoro di team. In presenza è più facile, immediato e spontaneo condividere informazioni, riflessioni e idee, senza aspettare gli appuntamenti dei web meeting.
- Minore percezione del tempo nel lavoro individuale: si è talmente concentrati su quello che stiamo facendo che non ci rendiamo conto se stiamo impegnando più o meno tempo di quello che sarebbe utile o necessario.
- Minore percezione dello stato d’animo degli interlocutori nei web meeting: sino a che la tecnologia non evolverà verso qualcosa di simile agli ologrammi, perdiamo molto della nostra capacità di valutare se gli altri sono attenti, interessati, arrabbiati, perplessi, ecc… .
- Perdita di informazioni nelle conversazioni uno – a – uno: l’affaticamento maggiore che comporta l’uso di pc, tablet, telefoni ecc... induce alla rinuncia a insistere per chiarire ciò che non abbiamo pienamente compreso. Similmente a quando dialoghiamo in una lingua che non padroneggiamo, dopo un po’ fingiamo di avere capito.
Non dimentichiamoci che la “distanza sociale”, prima che diventasse un valore, era considerato un problema, anzi, uno dei principali problemi della nostra epoca.
Quando tutto questo sarà finito, spero che avremo meglio presente che lavorare da casa è un’opzione che tutti dovremmo sia potere esercitare, sia valutare in modo critico.